SIMULACRUM

Breath of haze  dal 13/11/2025 al 06/12/2025

Amy.d Arte Spazio Milano Lovanio 6 Milano (MI)


SIMULACRUM YUJI MIZUTA
SIMULACRUM – Breath of Haze
Amy.d Arte Spazio Milano
Via Lovanio 6 – 20121 Milano
13 novembre – 6 dicembre 2025
Opening: 13 novembre h. 18.00
L’arte contemporanea è un tema caldo in Giappone
di Anna d’Ambrosio
a cura di Anna d’Ambrosio e Raffaella Nobili
galleria partner: Paraventi Giapponesi – Galleria Nobili
L’artista
Per la prima volta in mostra in Italia, Yuji Mizuta (nato a Shizuoka nel 1976, vive e lavora a
Tokyo). La sua prima mostra in Europa segna l’approdo di una ricerca raffinata e
profondamente radicata nella cultura visiva giapponese. Il suo lavoro è prodotto utilizzando
una varietà di tecniche – disegno, pittura, collage, tessitura, tintura, ricamo, stampa e video. I
motivi che emergono dalle sue delicate e precise concezioni vengono trasformati su tessuto e
carta in base alle varie storie sottese. La sua ricerca comprende anche interventi pubblici di
rilievo e numerose mostre personali in Giappone e all’estero (Tokyo, Copenaghen, Singapore).
Negli ultimi anni, oltre a utilizzare i tessuti come mezzo di espressione, ha sperimentato
media come video e performance con dialogo.
Le opere in mostra
Spaziando dalla pittura al disegno, dalla fotografia al suono e dalla poesia ai tessuti (ricami),
fino alle installazioni site-specific Hakama, Haori, Kokoro/Inside dal ciclo
Demolition_Purification_Love_Magic (2022, silk-screen print e ricamo a mano su tessuto), e
alla video-installazione Necromancy (2022), l’artista si muove lungo una genealogia che
intreccia le avanguardie e la tradizione giapponese, reinterpretandone i linguaggi in chiave
contemporanea e generando dialoghi a più livelli tra le opere e la riflessione sul sé che muta –
un misto di realtà e immaginazione, basato sul suo amore feticista per i tessili, soglia
semantica divenuta il fulcro del suo lavoro.
In mostra da Amy.d Arte Spazio Milano il video della serie Mie / My face up to age 48 (2025),
Simulacrum_Sensuous (2025, video e installazione con Utsuwa, 7 monitor), lavori della serie
Talisman (2019–2025, silk-screen print e ricamo a mano su cotone), pitture e tecniche miste
su tessuto come Serpentine (2025), Fudoki (2025), The Changeling (2025) e Ode to a
Nightingale (2025), serigrafie e tessiture a mano con cornice originale.
Le parole dell’artista
“Affiora nella foschia, prende forma e poi vi ritorna. I contorni nascono, si solidificano e si
dissolvono, mentre l’esistenza si rinnova costantemente in uno stato di fluttuazione
continua.”
“La sensazione di oboroge — ‘nebbioso’ o ‘vago’ — è, per me, un’immagine visiva
profondamente impressionistica”, scrive l’artista.
Visione e contesto
Con Simulacrum, Yuji Mizuta ricompone il filo invisibile che unisce il corpo di opere realizzate
negli ultimi anni in una riflessione interdisciplinare su spazio, tempo ed esistenza, dove
immagine, parvenza, fantasma e illusione si fanno materia viva. La sua pratica si configura
come un’indagine metafisica sul senso dell’essere e sulla capacità dell’individuo di
connettersi, in chiave antropologica, a un inconscio collettivo di memoria junghiana che
oltrepassa i confini di mondi differenti e lontani. Attraverso una pluralità di linguaggi, Mizuta
esplora la natura fluida della memoria, restituendo le tracce della realtà come rifrazioni
trasformate, simulacri, che oscillano tra presenza e dissoluzione.
Simulacro come forma generativa
Il simulacro, inteso come processo di trasformazione della realtà, si colloca all’interno della
tensione tra artificiale e naturale, come espressione della progressiva egemonia della
tecnologia sulla natura.
Questa visione si ricollega alla teoria di Baudrillard sulla precessione dei simulacri, dove la
rappresentazione non imita più la realtà, ma la precede e la genera.
Nel lavoro di Mizuta, tuttavia, la dimensione del simulacro si carica di un valore poetico e
percettivo: non sostituisce la realtà, ma la riattiva come esperienza sensoriale e affettiva.
L’artista riporta il concetto alla sua radice più antica, il simulacrum latino, come immagine
animata, custode dell’impermanenza.
In questa prospettiva, il pensiero di Mizuta si apre anche alla spiritualità giapponese, dove la
vitalità delle forme e degli oggetti si intreccia con la presenza del sacro.
Questa idea risuona con la credenza in Yaoyorozu no Kami, la nozione secondo cui la divinità
risiede in tutte le cose: montagne, fiumi, vento, pietre, fuoco, riso e antenati.
Questa sensibilità, che percepisce il sacro nella natura, può essere vista come espressione di
un archetipo dell’innata riverenza dell’umanità per il mondo naturale.
Un altro tema presente è il feticismo, che in Mizuta si manifesta come linguaggio del desiderio
e della memoria. Affetti profondi, gioia, gelosia e dolore, desiderio e queerness,tutto si
esprime con vulnerabilità cruda, altre volte con emozioni più lievi.
Questi elementi intimi non vengono mai estrinsecati ma si percepiscono come la scia
fluttuante dell’incenso, evocando memorie e presenze corporee con sottile intensità.
Nel confrontarsi con questi frammenti, lo spettatore può sentire risvegliarsi propri ricordi ed
emozioni e ridare nuova vita ad essi.
La memoria non ritorna mai nella stessa forma; viene continuamente riscritta, mentre i
confini tra passato e presente si dissolvono. Viviamo in un costante alternarsi tra instabilità e
fissazione. Attraverso esperienze visive, sonore e spaziali, la mostra parla di incertezza,
distorsione e trasformazione continua dell’identità.
La personale si presenta con una ricerca coerente e sostanziale, dimostrando la crescita
dell’artista che porta con sé un repertorio di immagini e allegorie mature e diversificate, pur
sempre riconoscibili nello stile e nella sua poetica.
Crediti
L’esposizione sarà accompagnata dal testo critico “SIMULACRO_custode
dell’impermanenza” di Raffaella Nobili, gallerista e curatrice di Paraventi Giapponesi –
Galleria Nobili, in partnership curatoriale con Amy.d Arte Spazio.
Amy.d Arte Spazio
In linea con la mission di Amy.d Arte Spazio, che mira a decostruire i pregiudizi e a
promuovere nuove visioni attraverso l’arte contemporanea, il progetto espositivo economArt
riflette sulle relazioni fra espressioni corporee dinamiche e società, ambiente, materialità e
tecnologia, offrendo uno spaccato sulla vita e la morte, sul senso di urgenza inerente la
politica dell’identità immaginata dall’artista giapponese.


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