VINCENZO SATTA.

L'essenza del visibile  dal 06/04/2024 al 05/05/2024

Palazzo Sarcinelli, Conegliano Via XX Settembre 132, Conegliano Conegliano (TV)


VINCENZO SATTA. COMUNICATO STAMPA

VINCENZO SATTA
L’ESSENZA DEL VISIBILE

PALAZZO SARCINELLI
COMUNE DI CONEGLIANO TV

ORGANIZZAZIONE MOSTRA A CURA DI:
OLTREARTE GALLERIA CONTEMPORANEA, CONEGLIANO TV

DAL 6 APRILE AL 5 MAGGIO 2024

INAUGURAZIONE :
SABATO 6 APRILE ORE 17.00
PALAZZO SARCINELLI, COMUNE CONEGLIANO
ALLA PRESENZA DELL’ARTISTA
PRESENTAZIONE E TESTO CRITICO DI PIER GIOVANNI CASTAGNOLI

GIORNI E ORARI APERTURA PALAZZO SARCINELLI CONEGLIANO:
VENERDI - SABATO - DOMENICA
10.30-12.30 15.30-19.30

VISITE SU APPUNTAMENTO: 338.2705193



L’esposizione dedicata a Vincenzo Satta a Palazzo Sarcinelli dal titolo “L’essenza del visibile”, è costituita da una trentina di lavori di grande qualità che spaziano dai primi anni 70 fino ai primi anni 2000, attraversando quarant’anni di lavoro.
Sempre presente nei lavori esposti è la memoria dell’artista, della sua giovinezza ed infanzia in Sardegna, matrice primaria della sua pittura, origine che nella lontananza si fa immagine interiore e assoluta.
Partendo dai lavori geometrici degli anni 70, nei quali la sintesi strutturale apparentemente semplice, si dilata nello spazio, per arrivare ad un’astratta purezza, oltre la quale non è più possibile andare.
Nei lavori successivi, a partire dai primi anni 80, la pittura si libera del rigore delle strutture, spostando lo spazio del dipinto dalla centralità geometrica ad una ritmicità segnica. Luce, colore e segno si espandono nello spazio della superficie, attraverso velature e vibrazioni alla continua ricerca mistica dell’essenza del visibile.

VINCENZO SATTA Biografia breve
Nato a Nuoro nel 1937 Vincenzo Satta studia presso l’Istituto d’Arte di Sassari e successivamente, dopo il trasferimento a Bologna nel 1960, si diploma con una tesi su Paul Klee nella sezione di Pittura (Mandelli e Manaresi) all’Accademia di Belle Arti del capoluogo emiliano.
Il periodo di formazione durante gli anni Sessanta è caratterizzato da un processo di superamento della figuratività che, alla fine del decennio, lo spinge a trasferire nel linguaggio geometrico le intenzioni simbolico-rappresentative della ricerca iniziale. Si tratta di una fase decisiva durante la quale Satta giunge a una diversa consapevolezza della pratica pittorica come linguaggio affrancato dal referente naturalistico del paesaggio che pur è servito a elaborare la personale sensibilità cromatica.
L’attività espositiva, dopo la prima personale nel 1967 alla Galleria Il Cancello di Bologna (con presentazione di Andrea Emiliani), procede nel corso degli anni Settanta con diverse presenze in spazi pubblici e privati, tra le quali va ricordata una mostra collettiva presentata nel 1972 da Francesco Arcangeli alla Galleria delle Ore di Milano. Tra le altre rassegne da segnalare, vanno indicate alcune prestigiose mostre personali sul finire del decennio (1978) presso la Sala Comunale d’Arte Contemporanea di Alessandria e presso il Centro di Attività Visive, Palazzo dei Diamanti di Ferrara (cataloghi con testi di Giovanni Maria Accame e Pier Giovanni Castagnoli). Di importante livello culturale è la partecipazione nel 1979 alla mostra presso la Pinacoteca di Ravenna, curata da Pier Giovanni Castagnoli e Paolo Fossati, Stanze del gioco, documentata sulla rivista “La tradizione del nuovo”, III°, N°5, diretta da Giulio Guberti. Tra gli altri critici che nel corso degli anni Settanta si avvicinano all’opera di Satta si distinguono per presentazioni e recensioni Flavio Caroli, Adriano Baccilieri, Luigi Lambertini, Paride Chiappatti, Giorgio Ruggeri, Marisa Vescovo, Mario Ramous, tutti concordi nel riconoscere la particolare qualità pittorica che l’artista ha raggiunto nella sua ricerca di “astratta purezza”. A partire dagli anni Ottanta si determina una svolta di carattere morfologico che coincide con una differente tensione immaginativa, non più legata ai fondamenti della geometria, ma a ritmiche spaziali fluide e dinamiche.Si tratta di visioni instabili in cui il viaggio mentale di Satta incontra forme imprevedibili, vibrazioni e flussi che costituiscono il suo singolare alfabeto grafico-pittorico, costantemente indagato dai critici che lo frequentano con maggiore interesse: Pier giovanni Castagnoli, Claudio Cerritelli, Fabrizio D’Amico, Dario Trento. All’inizio degli anni Novanta la pittura di Satta propone una scrittura immediata e mutevole, con esplicita allusione al canto del colore come partitura musicale ricca di variazioni avvolgenti. La visione si affida a particelle luminose che agiscono in reciproca attrazione, come una trama gremita di linee in libertà, campo gremito di pura sensibilità cromatica, dove l’immagine è pura vibrazione luminosa. Tra le numerose occasioni espositive che documentano la sua costante attività vanno infine ricordate le mostre alla Frankfurter Westend Galerie, Francoforte (C. Schicktanz), al Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara, e la prima mostra antologica organizzata nel 1999 presso il MAN di Nuoro a cui ne seguiranno altre.


Pier Giovanni Castagnoli.
Allievo di Francesco Arcangeli, si laurea in Lettere Moderne presso l’Università di Bologna nel febbraio del 1970. Dopo avere inizialmente orientato le proprie ricerche verso lo studio della pittura bolognese del Trecento, ha progressivamente indirizzato i suoi interessi di studio all’arte moderna e contemporanea, realizzando un’ampia produzione saggistica e un impegno altrettanto corposo nella curatela di mostre d’arte in Italia e all’estero. Docente universitario, ha ricoperto i seguenti incarichi di insegnamento: Problemi di storiografia delle Arti (1973-1983) e Storia dell’Arte Contemporanea (1983-1992) presso l’Università di Bologna, Storia dell’Arte (1992-1995) presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Storia dell’Arte Contemporanea (1995-1998) presso l’Università di Padova, Storia dell’Arte Contemporanea (2001-2003) alla Facoltà di Architettura di Mendrisio. Parallelamente allo svolgimento dell’attività di insegnamento, ha dedicato una parte consistente del proprio impegno professionale alla tutela e alla valorizzazione dei beni artistici, dirigendo i seguenti musei: Galleria Civica d’Arte Moderna di Modena (1982-1987), Galleria d’Arte Moderna di Bologna (1987-1994), Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (1998-2008).



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