Saronno (VA)
 La mostra ideata e realizzata da Ketty Tagliatti per gli spazi della galleria Il Chiostro è ancora sul tema ricorrente, insistito, tautologico della rosa. Eppure qualcosa accade nell'installazione protagonista di questo progetto: la  rosa  non c'è, è scomposta, è astratta dal procedimento anamorfico  ed è quindi visibile da un unico punto di vista: avanti e oltre il soggetto è  assente, è diventato un'altra cosa. Nel giungere al suo disfacimento visivo, e quindi all'essenza del tema, Tagliatti sembra chiudere il ciclo  ed avviare un procedimento di "rigenerazione" che è poi il significato della parola Anamorfosi. Nuovi ambiti si prospettano  all'artista che da anni afferma con la forza del proprio lavoro  l'importanza del "Fare"; è un fare metodico, continuato, rituale, espresso nella pratica quotidiana. E' nel coraggio di credere in  questa facile operazione manuale e mentale che la sua ricerca si qualifica e si distingue dalla casualità di metodo e idea di molta proposta attuale. La noia e la  vaghezza di intenti che domina il panorama contemporaneo evidenzia una incerta visione del mondo: e allora appare semplice, quanto sano, porsi il problema da  parte di Ketty Tagliatti di un'arte che abbia una funzione, un tempo di esecuzione, un significato da svelare. Il titolo Ensimismamento è spagnolo e significa: astrazione, raccoglimento, concentrazione nei propri pensieri, estraniamento meditativo. Sono concetti banali che appaiono prima imprigionati e poi rivelati nei  materassi della serie Ostaggi. Tagliatti modella le garze, le tinge a righe, le imbottisce e le cuce nella  forma di una rosa ingigantita, morbida e possente, un materasso che richiama  alla memoria quello dei prigionieri, dei carcerati, ai quali appartiene una condizione di solitudine da cui riscattarsi o almeno consolarsi. Nella  ricerca di Ketty Tagliatti la reiterazione dell'atto e del tema sono una "divina ossessione", come le bottiglie per Morandi o come le  strisce in Buren, tutti come Sisifo condannati alla ripetizione differente,  alla ricerca della perfezione e dell' intensità. Gli aspetti simbolici  della rosa sono i meno interessanti per Tagliatti, e la rosa ne ha molti (profumo, bellezza, caducità), mentre è la superficie dell'opera, piena della fatica e dell'energia del fare, a essere il perno del suo lavoro: il  suo mondo è tutto nella potenza del ricamo di spine, di spilli, di tessuti  tinti che evocano antiche pratiche e riti eterni. L'installazione Anamorfosi di una rosa del mio giardino è realizzata grazie alla collaborazione dell'artista Elisa Leonini, che ha  fatto dell'anamorfosi la sua poetica ed è composta da barattoli di  plastica e cosmetici vuoti, coperti da filo di seta rosso.
       La mostra ideata e realizzata da Ketty Tagliatti per gli spazi della galleria Il Chiostro è ancora sul tema ricorrente, insistito, tautologico della rosa. Eppure qualcosa accade nell'installazione protagonista di questo progetto: la  rosa  non c'è, è scomposta, è astratta dal procedimento anamorfico  ed è quindi visibile da un unico punto di vista: avanti e oltre il soggetto è  assente, è diventato un'altra cosa. Nel giungere al suo disfacimento visivo, e quindi all'essenza del tema, Tagliatti sembra chiudere il ciclo  ed avviare un procedimento di "rigenerazione" che è poi il significato della parola Anamorfosi. Nuovi ambiti si prospettano  all'artista che da anni afferma con la forza del proprio lavoro  l'importanza del "Fare"; è un fare metodico, continuato, rituale, espresso nella pratica quotidiana. E' nel coraggio di credere in  questa facile operazione manuale e mentale che la sua ricerca si qualifica e si distingue dalla casualità di metodo e idea di molta proposta attuale. La noia e la  vaghezza di intenti che domina il panorama contemporaneo evidenzia una incerta visione del mondo: e allora appare semplice, quanto sano, porsi il problema da  parte di Ketty Tagliatti di un'arte che abbia una funzione, un tempo di esecuzione, un significato da svelare. Il titolo Ensimismamento è spagnolo e significa: astrazione, raccoglimento, concentrazione nei propri pensieri, estraniamento meditativo. Sono concetti banali che appaiono prima imprigionati e poi rivelati nei  materassi della serie Ostaggi. Tagliatti modella le garze, le tinge a righe, le imbottisce e le cuce nella  forma di una rosa ingigantita, morbida e possente, un materasso che richiama  alla memoria quello dei prigionieri, dei carcerati, ai quali appartiene una condizione di solitudine da cui riscattarsi o almeno consolarsi. Nella  ricerca di Ketty Tagliatti la reiterazione dell'atto e del tema sono una "divina ossessione", come le bottiglie per Morandi o come le  strisce in Buren, tutti come Sisifo condannati alla ripetizione differente,  alla ricerca della perfezione e dell' intensità. Gli aspetti simbolici  della rosa sono i meno interessanti per Tagliatti, e la rosa ne ha molti (profumo, bellezza, caducità), mentre è la superficie dell'opera, piena della fatica e dell'energia del fare, a essere il perno del suo lavoro: il  suo mondo è tutto nella potenza del ricamo di spine, di spilli, di tessuti  tinti che evocano antiche pratiche e riti eterni. L'installazione Anamorfosi di una rosa del mio giardino è realizzata grazie alla collaborazione dell'artista Elisa Leonini, che ha  fatto dell'anamorfosi la sua poetica ed è composta da barattoli di  plastica e cosmetici vuoti, coperti da filo di seta rosso.  
        
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