LA FORZA DELLA MODERNITA'.

Arti in Italia 1920-1950  dal 19/04/2013 al 06/10/2013

  LUCCA (LU)


LA FORZA DELLA MODERNITA'. Nel panorama di una serie di mostre dedicate all'arte del Novecento italiano e del periodo compreso tra le due guerre, inaugurate tra il 2012 e il 2013, quella che si aprirà a Lucca nel Complesso di San Micheletto, sede della Fondazione Centro Studi sull'arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, punta i riflettori, con tagli interpretativi originali, sulle connessioni, i confronti, le analogie tematiche, espressive, stilistiche, tra le arti decorative italiane prodotte tra il 1920 e il 1950 ed esempi emblematici di contemporanee espressioni dell'arte figurativa, con l'obiettivo di evidenziarne l'elevatissima qualità inventiva e formale e, allo stesso tempo, la sostanziale identità di gusto che delinea, in un comune sentire con le arti figurative, la specificità del gusto italiano di quei decenni riconosciuto a livello internazionale, e che ha rappresentato il terreno di coltura per la nascita dell'Italian Design.
Il tema è appunto la forza della modernità, intesa come spinta inarrestabile di ricerca e di innovazione, talvolta infarcita di nostalgie e ripensamenti del patrimonio classico, ma in un'ottica di trasformazione moderna dell'arte italiana, talaltra pronta ad abbracciare scelte più radicali, dalle ironiche e potenti sperimentazioni futuriste, alle scelte geometrico/monumentali di matrice novecentista fino all'esaltazione della materia e di una sorta di proto informale.

La mostra intende offrire al pubblico le diversità di approccio alla questione delle arti decorative, ossia intende evidenziare le diverse opzioni stilistiche che convivono in quegli anni rispetto al problema dell'oggetto, al suo valore formale e al suo valore d'uso. In altre parole, si vuole rendere comprensibile non solo la varietà di opzioni presenti sul campo operativo (dal déco al secondo futurismo, dall'astrazione al gusto piccolo borghese), ma anche i legami con la tradizione del tardo Modernismo italiano e, soprattutto, le congruenti connessioni con gli sviluppi dell'arte figurativa contemporanea, scegliendo in modo mirato esempi di arte figurativa, pittura e scultura, che permettano interessanti confronti tematici, stilistici e compositivi con le arti decorative.

La mostra mira inoltre a rendere evidente il ruolo fondamentale delle quattro mostre internazionali di arti decorative tenutesi nella villa Reale di Monza nel 1923, 1925, 1927 e 1930, i rapporti con le esposizioni internazionali (in particolare Parigi 1925 e 1937), i preparativi per l'E42 a Roma e la presenza di sezioni di arti decorative nelle esposizioni d'arte (Biennali veneziane ecc.), ma anche delle riviste specializzate contemporanee, come ad esempio “Domus”, “Poligono”, “Casabella”, “Le arti decorative” ecc. Sul versante delle arti figurative, le mostre ufficiali - le Biennali veneziane, le Quadriennali romane e le Sindacali - saranno un particolare punto di riferimento per “contrappuntare” lo stretto dialogo tra arti figurative e arti decorative.

L'obiettivo è, da un lato, far comprendere al grande pubblico quanto le arti decorative siano testimoni fedeli del variare del gusto e della trasformazione dei linguaggi artistici, vere e proprie “cartine di tornasole” delle diverse opzioni dell'invenzione artistica negli anni Venti e Trenta, dall'altro rendere visibili in modo accattivante, e promuovere, le straordinarie collezioni dei musei di Faenza e di Doccia, ma anche della Galleria d'Arte Moderna di Genova come della Wolfsoniana, sempre nel capoluogo ligure, abbinate a pezzi di grande qualità appartenenti a collezioni private.


Sezioni della mostra
La struttura portante è costituita da tre grandi sezioni: gli anni Venti, gli anni Trenta, gli anni Quaranta, con un piccola apertura ai primissimi anni Cinquanta all'interno delle quali sono inserite delle specifiche enclave a tema.
La mostra espone oltre 300 pezzi (tra oggetti, dipinti e sculture) disposti secondo un'articolazione tematica che suggerisce letture incrociate e sinergie tra le opere esposte. Il filo rosso, che si dipana in 13 sezioni, è costituito dal rapporto con la storia, ma anche dal suo rifiuto (come nel caso degli aeropittori e dei secondi futuristi): dall'archeologia e l'arte antica dallo stile rococò al rinascimento e al manierismo.

I. Il primo dopoguerra: gli anni Venti tra Déco e nostalgia dell'antico

Sezione 1. Gli esordi del gusto déco
Sezione 2. Sogno, eros, esotismo
Sezione 3. Donna o Sirena ?
Sezione 4. Sogno, gioco, ironia
Sezione 5. Il décor borghese e l'ispirazione all'antico
Sezione 6. Wunderkammer: stanza delle meraviglie
Sezione 7. Wunderkammer-Bestiario: la natura viva
Sezione 8. La natura immobile

I. Anni Trenta: dal Déco al Novecentismo

Sezione 9 Giovanni Gariboldi
Sezione 10 Tra decorazione e scultura
Sezione 11 Classicismo arcaico e volumi puri

III. Dai tempi di guerra alle soglie degli anni Cinquanta

Sezione 12 L'abbandono della forma

Elenco artisti
Andloviz, Andreotti, Balsamo Stella, Bellotto, Benedetta, Biagini, Biancini, Bonazza, Buzzi, Cagli, Campi, Campigli, Casorati, Depero, De Pisis, De Poli, Djulgherof, Donghi, Fillia, Finzi, Fontana, Gariboldi, Gatti, Genazzi, Grande, Leoncillo, Maine, Marini, Martini, Martinuzzi, Melandri, Melotti, Messina, Morandi, Nonni, Rizzarda, Ponti, Ravasco, Saponaro, Scarpa, Selva, Severini, Sironi, Sturani, Tofanari, Tosalli, Tullio d'Albissola, Ulrich, Vedova, Viani, Wildt, Zecchin.

Collaboratori e prestatori
Per poter organizzare questo tipo di mostra è stata garantita, attraverso un rapporto ufficiale di collaborazione, la disponibilità al prestito di un congruo numero di pezzi da parte del Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia, del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, la Galleria d’Arte Moderna Carlo Rizzarda di Feltre e della Galleria d'Arte Moderna di Genova. Hanno generosamente contribuito alla definizione della mostra, sul fronte dei contenuti, i Musei del Castello Sforzesco di Milano, , la Wolfsoniana di Genova, il FAI-Fondo Ambiente Italiano, la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, il Mart di Rovereto, le Gallerie Comunali d'Arte Moderna di Roma e di Torino, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, il Museo del Novecento di Milano, la Collezione della Banca d'Italia, e altre raccolte pubbliche che acquisirono, nelle mostre del periodo in questione, numerose delle opere oggi esposte.
Una buona parte dei pezzi di arti decorative appartiene, infine, a collezionisti privati che, con grande disponibilità e generosità, hanno prestato molti dei pezzi esposti.



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