Mostra personale “Stagioni Russe” di Dmitriy Permiakov
a cura di Martina Scavone e Valeriy Voronin Roma 16-22 Gennaio 2026
dal 16/01/2026 al 22/01/2026
Medina Art Gallery Via Angelo Poliziano 4-6 Roma (RM)

Dal 16 al 22 Gennaio 2026 Medina Art Gallery presenta la mostra personale “Stagioni Russe” di
Dmitriy Permiakov, a cura di Martina Scavone e Valeriy Voronin, accompagnata dal testo critico
della dott.ssa Martina Scavone, storica dell’arte, in Via Angelo Poliziano 4-6 a Roma
L’evento di opening si terrà il giorno venerdì 16 Gennaio aprile alle ore 18:00 presso la
galleria di via Angelo Poliziano 4-6 con la presentazione di Martina Scavone.
“Stagioni Russe” si inserisce idealmente nel lungo e fecondo dialogo tra l’Italia e la tradizione
figurativa russa, un rapporto avviato alla fine dell’Ottocento grazie alla prima Esposizione
Internazionale d’Arte di Venezia del 1895. Dalle icone intrise di spiritualità alle rivoluzioni formali
di Kandinskij e Malevič, dall’intensità narrativa del realismo socialista fino alle ricerche più attuali,
l’arte russa ha sempre offerto una prospettiva unica: profonda, lirica, sospesa tra interiorità e
tensione collettiva. È in questo orizzonte culturale che si colloca la ricerca di Dmitriy Permiakov,
artista contemporaneo per la prima volta in mostra a Roma con un progetto che assume un valore
particolare nel complesso scenario geopolitico odierno. In un tempo attraversato da nuove barriere,
l’arte torna a farsi ponte: non strumento ideologico, ma linguaggio universale, capace di restituire
un sentire condiviso e di ricordarci la comune umanità al di là dei confini e delle differenze. Con
“Stagioni Russe”, Permiakov conduce lo spettatore in un viaggio nell’anima della sua terra. Il titolo
racchiude molteplici livelli di significato: il ritmo naturale dei paesaggi sterminati della campagna
russa, i cicli della vita e della storia, le emozioni in trasformazione. Con una pittura che fonde
realismo e delicate atmosfere impressioniste, l’artista racconta l’inverno eterno, la fugace esultanza
dell’estate, la meditazione dell’autunno e la promessa della primavera. Le sue tele evocano un
legame ancestrale con la natura, una bellezza austera e spirituale che vibra di malinconia e luce.
La sua ricerca pittorica, influenzata dalla tradizione sovietica del XX secolo e dagli impressionisti
francesi, è nutrita dalla pratica della pittura en plein air, che gli consente di cogliere l’impressione
fugace di un istante e la vitalità dei colori naturali. Permiakov si muove così nella scia dei grandi
maestri del paesaggio russo come Aleksej Savrasov e Isaak Levitan, esplorando il lirismo della
campagna, la quiete dei villaggi, la poesia dei paesaggi innevati. Accanto alla dimensione naturale,
nella sua opera affiora un sottile senso dell’ironia e una profonda introspezione, in un equilibrio tra
realtà e riflessione psicologica. È lo spleen russo – la saudade delle pianure bianche, la Sehnsucht
degli orizzonti infiniti, la morriña delle case di legno – una nostalgia che parla di identità e
condizione umana, richiamando atmosfere letterarie come quelle de Lo Spleen di
Pietroburgo.“Stagioni Russe” diventa così più di una semplice esposizione: un dispositivo
simbolico, un attraversamento poetico della memoria, della luce, del tempo. Le opere di Permiakov
ci invitano a rallentare, a osservare il mutare delle stagioni e della vita, restituendo allo sguardo una
profondità spesso dimenticata. Un viaggio nella sensibilità russa che diventa, inevitabilmente, un
viaggio universale.