I Lavoratori del Cibo

Un racconto attraverso fotografie, parole e documenti  dal 01/10/2016 al 09/10/2016

Maio Trieste 3 Cassina de' Pecchi (MI)


I Lavoratori del Cibo È stata inaugurata domenica 2 ottobre 2016 alle ore 10:00 presso il Maio (Museo dell'Arte in Ostaggio) di Cassina de' Pecchi (MI) la Mostra: “I Lavoratori del Cibo- un racconto attraverso fotografie“I Lavoratori del Cibo- un racconto attraverso fotografie, parole e documenti”.
Si tratta di un'esposizione che ripercorre la storia di una delle categorie di lavoratori tra le più numerose e combattive del Novecento. Ha un intento rievocativo ma soprattutto culturale, in quanto la storia del lavoro è oggi un importante strumento di studio e di comprensione della società e delle identità collettive e individuali.
Il tema, strettamente legato ad Expo 2015, consente di far rivivere le tradizioni e i mestieri tipici delle cascine milanesi: famigli, bergamini, cavallanti, braccianti e mondine.
Il materiale esposto è composto da carte ingiallite degli archivi, fotografie in bianco e nero di Silvestre Lo Consolo, immagini che ritraggono trattori e macchine agricole e pagine tratte da riviste di categoria. Si tratta di documenti per lo più inediti, forniti dall'Archivio del lavoro (fondo di Silvestre Lo Consolo e fondo di Federbraccianti CGIL Milano) e dall'archivio fotografico della SAME di Treviglio, azienda produttrice di tecnologie agricole.
Il percorso espositivo è diviso in cinque sezioni che affrontano gli aspetti principali della storia delle campagne: lavoro nei campi, vita nei campi, aspetti della modernizzazione, campagne per i diritti e agricoltura nel mondo.

Lavoro nei campi.
Nei campi lavorano sia i salariati delle grandi aziende capitalistiche, che dominano il panorama agricolo, sia i dipendenti delle piccole e medie proprietà, sia i lavoratori indipendenti nei fondi parcellizzati. I salariati si dividono in fissi (obbligati) e avventizi (braccianti) . In cima alla gerarchia c'è il fattore, che dipende direttamente dal proprietario e ha il compito di dirigere il lavoro, poi troviamo il compagnone, che si occupa della sicurezza dell'azienda, e il camparo, addetto all'irrigazione e alla manutenzione dei canali. Vi sono poi il casaro, che lavora il latte e alleva i suini, i famigli, i mungitori, che si occupano delle vacche da latte, i bifolchi, che curano i bovini da soma e i cavallanti. Dei lavoratori a giornata o stagionali fanno invece parte falciatori, mietitori, badilanti, seghezzari, che tagliano l'erba lungo le rive dei fiumi, e mondine.
Questo tipo di organizzazione si tramanda di generazione in generazione, rimanendo per lo più inalterata fino agli anni Trenta. Successivamente l'avvento delle macchine agricole contribuirà a cambiare gradualmente il panorama fino a determinare, negli anni Sessanta, un massiccio esodo dalle campagne conquistate dalla tecnologia.

Vita nei Campi
La vita dei salariati ruota attorno alla cascina, che è allo stesso tempo luogo di residenza e di lavoro. Gli alloggi dei contadini, che si trovano a pochi passi dalla casa padronale, sono spesso luoghi insalubri, umidi, poco ventilati e privi di acqua corrente.
La situazione migliora negli anni Sessanta grazie alla legge per la costruzione e l'assegnazione di alloggi ai lavoratori della terra, che consente la costruzione di condomini a disposizione dei salariati agricoli.
La giornata dei contadini dura fino a 10 ore. La paga viene corrisposta in parte in denaro e in parte in natura. Nel 1906 le mondine sono le prime a ottenere la riduzione dell'orario di lavoro a 8 ore, diritto che verrà poi presto dimenticato negli anni successivi.
In campagna vige una gerarchia basata su sesso ed età, fino al 1962 i contratti prevedono una riduzione del salario fino al 30% per donne e giovani.

Aspetti della modernizzazione
Per molti anni la coltivazione dei campi fu affidata solo ed esclusivamente al lavoro di uomini e animali.
A partire dagli anni Trenta inizia però un graduale processo di meccanizzazione e motorizzazione del lavoro nelle campagne. Risalgono a questo periodo i primi trattori. Negli anni Cinquanta, grazie ad un incentivo statale, volto a favorire la meccanizzazione del lavoro e l'introduzione di concimi chimici e diserbanti, inizia una progressive modernizzazione dell'agricoltura.
Oltre ai trattori si diffondono anche le macchine per la lavorazione della terra (aratri, erpici, zappatrici); le macchine per la semina e la fertilizzazione; le macchine per la manutenzione delle colture (irrigazione, distribuzione dei fitofarmaci, potatura), le macchine per la raccolta di foraggi, di piante da granella (mietitrebbia), di produzioni erbacee e arboree.
La tecnologia rivoluziona anche l'allevamento grazie all'avvento di impianti di mungitura, strumenti per la pulizia delle stalle e macchine per la preparazione e il confezionamento degli alimenti,

Campagne per i diritti
Povertà e disoccupazione sono i principali problemi che i lavoratori agricoli si trovano ad affrontare fino agli anni Settanta.
La CGIL nel 1901 aveva istituito Federterra, una sezione sindacale che aveva come obiettivo il raggiungimento della massima occupazione attraverso la gestione e il collocamento della manodopera.
Nel secondo dopoguerra era nato Federbraccianti a cui aderivano braccianti, mondine, allevatori, guardiacaccia, lavoratori orticoli e giardinieri. Il sindacato aveva il compito di organizzare le lotte per ottenere:
-stabilità dell'occupazione
-definizione dell'orario di lavoro
-miglioramento del salario e delle condizioni abitative
-riconoscimento delle malattie professionali e accesso gratuito alle cure
-istituzionalizzazione delle rappresentanze sindacali
-parità di salario tra uomini e donne
-definizione delle qualifiche
-riforma agraria.
Lo sciopero era il principale strumento di lotta e poteva contare anche sulla solidarietà degli operai. Fino agli anni Sessanta la Federbraccianti era il sindacato più numeroso della CGIL. Nel 1988 Federbraccianti si fonde la Filziat (Federazione dei lavoratori dello zucchero, dell'industria alimentare e dei tabacchi) dando origine alla Flai (Federazione dei lavoratori dell'agro-industria)

Agricoltura nel Mondo
L'agricoltura è un settore produttivo che accomuna le diverse parti del mondo e nutre l'intero pianeta.
Desta stupore vedere come fino a poco tempo fa, non solo le tecniche produttive, ma anche la vita, l'atteggiamento e le espressioni dei lavoratori dei campi, fossero simili e ininfluenti alle distanze spazio-temporali. I visi arsi dal sole dei ragazzi vietnamiti, immortalati da Lo Consolo negli anni Settanta, non sono molto diversi da quelli delle mondine di qualche decennio prima.
L'identità del lavoro ha dato origine ad un sottile, ma solido legame tra i lavoratori, accomunati dalla stessa fatica e dalla stessa consapevolezza di poterla sostenere solo aiutandosi l'un l'altro.

“I Lavoratori del Cibo” è un'iniziativa realizzata da:
Comune di Milano,
Milano Cuore d'Europa,
Raccolte Storiche Palazzo Moriggia,
Archivio del Lavoro,
Same Deutz-Fahr ed Expo in Città.

Con il patrocinio di:
Le Università per Expo 2015,
CGIL Milano,
Ministero dei beni culturali e del turismo- Soprintendenza Archivistica per la Lombrdia

In collaborazione con:
Regione Lombrdia,
CGIL Flai, Terre d'Oltrepo

Partners:
AESS (Archivio di Etnografia e Storia Sociale),
Museo Contadino della Bassa Pavese,
Speak and Learn- Language School.


A Cassina de' Pecchi la mostra è stata allestita grazie al contributo della Cooperativa Sociale La Speranza Cassina e S. Agata e con il Patrocinio del Comune di Cassina de' Pecchi

Orari di apertura
sabato1, domenica 2, sabato 8 e domenica 9 ottobre 10:00-12:00 e 17:00-19:00
lunedì 3, mecoledì 5 e venerdì 7 ottobre: 17:00-19:00
martedì 4 e giovedì 6 ottobre: 10:00-12:00 solo per le scuole su prenotazione presso la Biblioteca di Cassina
Ingresso Libero

Museo Maio
Via Trieste 3, Cassina de'Pecchi (MI)
per informazioni: coperativa.lasperanza@gmail.com



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