Autori Vari - Maestri del contemporaneo in MostrA

alla Galleria Studio C di Piacenza  dal 27/11/2021 al 09/12/2021

Galleria d'arte contemporanea Studio C via G.Campesio, 39 Piacenza (PC)


Autori Vari - Maestri del contemporaneo in MostrA
Galleria d’Arte Contemporanea
STUDIO C
via Giovanni Campesio, 39
29121 Piacenza
cell: 348-8703060
e mail: studio.c.immagine@gmail.com


RASSEGNA NAZIONALE D'ARTE

MAESTRI DEL CONTEMPORANEO IN MOSTRA
Rassegna finalizzata alla segnalazione di artisti da inserire in Musei, Pinacoteche e Pubbliche Collezioni d'arte.


Alla Galleria d’arte Contemporanea STUDIO C di via Gioavanni Campesio 39 si inaugura sabato 27 novembre, alle ore 18, la Rassegna Nazionale d'Arte “Maestri del Contemporaneo in mostra ”.
Come si intuisce dal titolo, scopo dell'iniziativa è quello di indicare al pubblico e a tutti i visitatori, ma soprattutto ai Direttori e Responsabili di Pinacoteche, Musei, Gallerie Civiche e Pubbliche Collezioni, un ristretto numero di artisti che, per la qualità della loro espressione e per il curriculum artistico fin qui manifestato, sono ormai meritevoli di essere annoverati tra i Grandi Maestri dell'Arte Contemporanea e degni pertanto di essere inseriti, con le loro opere, negli spazi ufficiali della Cultura Artistica.
Questi i nomi degli artisti selezionati e le provincie di provenienza: Franco Carletti (SI), Remo Carradori (RO), Alessandro Ferrari (VE), Fiorangela Filippini (AR), Paolo Graziani (FC), Silvana Mascioli (BO), Pio Pellegrini (BL), Leonardo Savini (BO), Giovanni Scagnoli (MC), Gianni Schembari (RG).
Franco Carletti (SI): nato a Gaiole in Chianti e residente a Siena, è un artista dal vasto e articolato curriculum critico-espositivo fatto di mostre prestigiose tenute in spazi pubblici e privati di tutta Italia. Franco Carletti è giunto all'attuale espressione sulle traccia di un figurativo moderno, libero e immediato che trova le sue origini nella grande tradizione toscana. In questa rassegna piacentina presenta due opere di grande intensità cromatica e compositiva, cariche di significati e aspetti simbolici fortemente legati alle problematiche umane e sociali dei nostri giorni. “Ambiente” e “immigrazione”, in questo caso, diventano per il nostro artista, motivo di coinvolgimento e riflessione attraverso un linguaggio moderno e contemporaneo, essenziale e poetico. Non c'è retorica in queste opere, né facile descrizione, ma delicatezza di racconto, sensibilità esecutiva e poi atmosfere rarefatte e sospese dal richiamo onirico e quasi surreale. Il tutto unito ad una scala cromatica coinvolgente e personale, ad una luce raffinata e persistente, cercata e ricercata all’interno dei colori e degli impasti, nelle modalità dell’uso e della stesura, negli abbinamenti e nei contrasti, nella freschezza dei tocchi e della materia purissima.
Remo Carradori (RO): prima fotografo e scultore, poi, finalmente, la pittura e la possibilità di praticarla in modo costante e continuo fino a farla diventare elemento fondamentale della sua esistenza. Attraverso la pittura Remo Carradori esprime tutto se stesso, le sue emozioni, i suoi sentimenti, le sue ansie e i problemi dei nostri giorni, quelli umani, sociali ed esistenziali. La pittura, dunque, come elemento fondamentale di vita, strumento indispensabile per comunicare e trasmettere idee, pensieri e messaggi. Arte al di fuori degli schemi, quella di Remo Carradori, libera, autonoma e indipendente e quindi non facilmente riconducibile ad una Corrente o Movimento pittorico, ma questa è propria la sua forza, la sua caratteristica, ciò che la rende unica e preziosa. Espressione intensa e sentita, questa, percorsa sempre dal colore, dal gesto e dalla libera interpretazione della forma. Pittura non descrittiva, dunque, non legata alla narrazione del reale, ma tutta d'emozione, tutta concentrata sull'ascolto delle intime pulsioni, dei sentimenti e delle sensazioni. E se la natura, o certi aspetti di essa, qualche volta sembrano ancora emergere dalle sue opere, essi rappresentano solo ed esclusivamente la fonte d'ispirazione, l'input creativo, perchè poi tutto si risolve nella pienezza del colore, nel vortice magico della materia pittorica, nella sensualità cromatica.
Alessandro Ferrari (VE): nato a Genova, vive e lavora a Mirano (VE). Ha frequentato prima la Scuola Internazionale di Grafica a Venezia con il maestro Riccardo Licata e quindi la Scuola Libera del Nudo presso l'Accademia di Belle Arti della stessa città. Ancora giovanissimo ha iniziato un' intensa attività espositiva fatta di mostre personali e di prestigiose Rassegne di livello internazionale. Dopo un periodo “figurativo”, ha iniziato a sentire il fascino delle Avanguardie Storiche, dell'Espressionismo Astratto e dell'Informale, soprattutto, fino a giungere all'attuale espressione fatta di luce, gesto e colore. Con il passare del tempo, Alessandro Ferrari ha poi trovato una sintesi tutta sua, originale e interessante, un codice di identificazione che, all'interno del mondo artistico contemporaneo, è senz'altro degno di grande interesse e attenzione. Veramente suggestive le opere che l'artista ha presentato in questa rassegna: sono mappe fantastiche dettate dal cuore, paesaggi dell'anima, voli dello spirito verso una libertà sognata. Quello di Alessandro Ferrari è un mondo particolare e bellissimo, dominato dalla luce della fantasia, dal fermento dell'invenzione e dal fare artistico.
Fiorangela Filippini (AR): nata ad Arezzo, dove anche oggi vive e lavora, è un'artista di lunga esperienza che vanta la partecipazione a mostre e rassegne di livello nazionale e internazionale. Interessante, e degno perciò di essere sottolineato, anche il suo percorso espressivo che, nell'arco del tempo, ha riguardato il collage, la pittura su vetro e il pastello a cera per giungere fino alla tecnica della pittura ad olio. Arte di carattere prevalentemente naturalistico, questa di Fiorangela Filippini, dunque arte che si ispira alla natura, al mutare delle stagioni e alle loro poetiche atmosfere che la nostra artista sa cogliere e descrivere con grande sentimento e partecipazione. Espressione intensa e sentita, sospesa sempre tra astratto e figurativo, fatta di improvvise e ben calibrate scomposizioni geometriche che attraversano le realistiche visioni creando profondità e movimento, dinamismo e raffinate trasparenze. Coinvolgenti le due opere che l'artista ha scelto per questa rassegna piacentina. In esse si coglie una componenete fortemente lirica, nostalgica e quasi malinconica per una natura seriamente compromessa, offesa e ferita dagli umani comportamenti. Pittura che si rivela come un magico incontro tra natura e cultura, cuore e ragione, riflessione e sentimento.
Paolo Graziani (FC): nato a Forlì, dove anche oggi vive e lavora, Paolo Graziani è un artista seriamente impegnato a dare corpo e voce a colori e materia che, nelle sue mani, acquistano valori e significati alti facendosi linguaggio estetico nuovo e contemporaneo. Arte intensa e sentita, quella dell’artista romagnolo, quasi un prolungamento della sua stessa vita, al di fuori degli schemi accademici, fatta di emozione e sentimento, di cuore e passione. E la sua autonomia e la sua libertà, unita ad una fervida e poetica vena creativa, è così giunta all’attuale momento creativo fatto prevalentemente di materia e colore, di segni e percorsi dal forte valore simbolico. Natura, mente e spirito sono gli elementi fondamentali di ogni sua creazione, il filo conduttore della sua filosofia artistica quasi a voler rimarcare l’indissolubile complessità umana, l’alto valore dello spirito, il prezioso equilibrio della mente. Pittura capace di superare la semplice visione retinica del mondo e delle cose per spingersi oltre il visibile ed entrare in profondità. Spesso, nelle sue opere, si notano improvvise aperture e squarci di luce che aprono a mondi sconfinati, simbolo e metafora dell'ignoto e dell'inconscio, ma anche, e soprattutto, dell'umano esistere e della precarietà dei nostri giorni.
Silvana Mascioli (BO): artista che vive e lavora a Bologna, è ormai un nome affermato dell'attuale panorama artistico e il suo curriculum è ricco di partecipazioni a rassegne di livello nazionale e internazionale. Le sue opere, che hanno catturato la mia attenzione nell'ultima edizione della Triennale di Roma presso la storica e prestigiosa sede di Palazzo Borghese, appartengono senza dubbio al repertorio dell'Optical Art per la loro particolare tecnica esecutiva che, nelle varie fasi della realizzazione, tende sempre a coinvolgere lo spettatore in un coinvolgente rapporto di attiva e dinamica partecipazione, in una vera e propria interazione con l'opera d'arte. Silvana Mascioli è letteralmente attratta e affascinata dallo spazio inteso come entità magica e misteriosa, come elemento da sondare e gradualmente scoprire e analizzare. Segno e colore vengono così a creare giochi prospettici, lontananze e profondità capaci di creare l'illusione ottica della geometria e immergere l'osservatore in dimensioni altre, rarefatte e sospese, oltre il puro visibile. La nostra artista, insomma, con la sua materia e il suo gesto pittorico, attira lo sguardo dell’osservatore all’interno della sua costruzione visiva e dentro l’illusoria dimensione dello spazio-tempo, in una vera e propria vertigine prospettica che azzera la fisicità della tela e crea dimensioni di carattere virtuale e mentale.
Pio Pellegrini (BL): artista che vive e lavora a Belluno, è una figura di grande interesse del panorama artistico nazionale. Di lui mi ha colpito il suo linguaggio libero e autonomo e la capacità di saper unire, nella sua espressione, passato e presente, tradizione e contemporaneità. Pio Pellegrini ama il colore, lo sente e lo vive come pochi altri artisti, lo muove a piacere con una gestualità ampia e sicura, con un ritmo libero e ben cadenzato alternando pause e riflessioni, luce e ombra, vuoti e pieni. Ogni tanto, però, da quest’espressione libera e istintiva, emergono tracce di verità, labili squarci che rivelano cose e persone oppure leggeri tracciati, grafiche proiezioni, segni e graffiti che diventano quasi iconografia psicologica dell’anima e del pensiero. E’ il caso delle opere presentate in questa mostra dove, tra percorsi e costruzioni, emergono eleganti e raffinate figure umane. Tutto è letteralmente immerso nel colore che liberamente si muove nello spazio, si dilata e si modifica seguendo traiettorie fantastiche e mentali. Pittura scenografia e affascinante, avvolta sempre dal gioco magico e straordinario della forma e della sua metamorfosi.
Leonardo Savini (BO): artista che vive e lavora a Bazzano di Valsamoggia, in provincia di Bologna, ha seguito un percorso formativo del tutto autonomo e personale, non accademico, ma libero ed istintivo, fatto di visite a musei, gallerie e pinacoteche. Biker Dakariano (ha partecipato a ben tre Parigi-Dakar) innamorato del deserto, della natura e dei grandi spazi, è riuscito a portare, anche nella sua espressione pittorica, quel profondo e sentito desiderio di vita e libertà che è parte integrante della sua esistenza. Leonardo Savini, infatti, ha un rapporto straordinario e davvero speciale con il colore, lo sente come parte di sé, lo plasma, lo scalda, lo mischia e quindi lo lascia liberamente fluire sul supporto. Poi ne segue il percorso, le traiettorie, lo controlla e lo dirige fino al raggiungimento dell'obiettivo stabilito (dripping). Intense e suggestive le due opere presentate in questa rassegna piacentina. Sono due tondi di grandi dimensioni ispirati al mare e alla sua infinita bellezza oggi fortemente compromessa dall'inquinamento ambientale. “Petrolio” è, infatti, il titolo di questi dipinti. Sentita e accorata riflessione su una delle più urgenti problematiche dei nostri giorni.
Giovanni Scagnoli (MC): nato a Sarnano (MC), dove anche oggi vive e lavora, e titolare della Cattedra di Scuola Libera del Nudo all'Accademia di Belle Arti di Macerata, Giovanni Scagnoli è ormai un nome di primo piano del panorama artistico nazionale. All'attività didattica unisce , inoltre, una costante ricerca artistica personale che comprende la pittura, la scultura e la tecnica incisoria raggiungendo in ognuna risultati eccellenti per innovazione e originalità. Importanti anche i successi ottenuti nel corso della sua lunga e intensa attività. Tra questi basti citare la sua partecipazione alla 56a Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, la targa del Governo di Grenada quale migliore artista del medesimo Padiglione e poi, ancora, la sue partecipazioni alle Triennali di Roma e le numerose mostre personali tenute presso Musei e sedi Istituzionali di grande prestigio. Intense e coinvolgenti le opere che l'artista ha scelto per questa rassegna piacentina. In esse troviamo colori tenui e delicati, spirituali quasi, nelle loro trasparenze, nella leggerezza delle sfumature e dei graduati passaggi tonali. Colori usati in forma circolare e gravitanti attorno al proprio centro. Si crea, nell'insieme, un'atmosfera di eterea bellezza capace di unire in un solo ed unico afflato cuore e ragione, riflessione e sentimento.
Gianni Schembari (RG): nato a Comiso (RG), dove anche oggi vive e lavora, è un artista dall'intenso curriculum critico-espositivo fatto di mostre prestigiose tenute in spazi pubblici e privati di svariate città italiane. Interessante anche il suo percorso formativo che, dopo l'Istituto Statale d'Arte di Comiso, l'ha visto all'Accademia di Belle Arti di Catania con la specializzazione in Bene Culturali. Ancora giovana inizia a lavorare presso “Artistika Sicilmosaici” dove perfeziona e approfondice la sua arte e la sua innata passione per il mosaico. Accanto all'attività musiva, però, porta avanti con uguale intensità anche l'attività pittorica e molte sue opere (sia musive che pittoriche) sono oggi collocate in diversi spazi pubblici sia in Italia che all'estero. Dopo un periodo iniziale ispirato all'Impressionismo, Gianni Schembari è poi pervenuto all'attuale espressione. Arte di chiara derivazione “Pop” quando, con straordinaria abilità e ricorrendo alle sue caratteristiche tassellature, traccia figure, profili e composizioni di gusto fortemente contemporaneo. Pittura intensa e sentita, fatta di forza espressiva e di straordinario gusto cromatico, ma anche di ricercata eleganza formale e di poetica leggerezza. Così le sue figure e i suoi soggetti, percorsi da miriadi di colori e attraversati da tagli improvvisi di luce, rivelano grande partecipazione emotiva unita sempre ad un approfondito e meditato studio interiore.

La Rassegna, che sarà presentata dal gallerista e critico d'arte Luciano Carini, chiuderà il 9 dicembre.

Orari: Feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30. Lunedi' chiuso




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