Roberto Scazzariello


Roberto Scazzariello
Ceramista Raku
vive e lavora tra Albizzate (Va) e Bologna

Roberto Scazzariello - Il Tempo e gli Istanti

L'opera di Roberto Scazzariello vuole essere canale privilegiato di espressione personale e concretizzazione materiale di singoli stati emotivi unici e irripetibili, e insieme tendenzialmente incomprensibile allo spettatore esterno del manufatto.
Come sia possibile sanare l'aporia, conciliando la ricerca di comunicazione - scopo primario di ogni forma d'arte priva di committenza - con la quasi totale evoluta chiusura del canale espressivo (secondo un paradigma ermetico) è qualcosa che l'artista stesso spiega con chiarezza:

"Io lavoro esclusivamente per me: per il piacere di fermare e rendere eterne delle parti della Mia vita; per il piacere di progettare, realizzare ed in fine ammirare la Mia opera; per il piacere di piacere a chi trova qualcosa nelle mie opere."

Ciò che dunque anima Scazzariello nella realizzazione di ogni suo pezzo è la volontà di cristallizzare tramite un atto creativo violento un momento od una circostanza ben precisi della sua vita: violento perché sia, al pari dell'attimo, breve e istantaneo, e conservi pertanto le caratteristiche stesse del suo soggetto, la Vita, che si compone di infiniti segmenti, tutti di infinitesima durata, ma tende nel suo continuum ad opporsi al congelamento quale sua forma di rappresentazione. Questo incessante mutare dell'esistenza è ben presente all'Artista, il quale si rende perfettamente conto della difficoltà insita nel voler rappresentare "quegli stati d'animo al di sotto della soglia del cosciente", difficoltà cui egli cerca di ovviare attraverso una tecnica scultorea che vuole richiamarsi a quella - pittorica - dell'Action Painting.
Vediamo quindi l'attuazione di questa metodologia espressiva in due diverse e antitetiche procedure: la prima e la più immediata, consiste nell'atto meccanico di mutilazione o di parziale distruzione del manufatto ad un certo punto del processo creativo; l'altra, più artificiosa, prevede la progettazione di forme drammatiche (strappi, lacerazioni) la cui esecuzione si giudichi non poter avvenire a opera ultimata e che pertanto nascono con essa a simulazione d'interventi successivi sul pezzo ultimato.  Scazzariello, si diceva, è ben conscio della sfida che sceglie di affrontare, tanto da rendersi conto di quanto essa si fa impari:

"Cerco di materializzare con estrema crudezza le mie emozioni, i miei stati d'animo, utilizzando materiali grezzi, poveri, "espliciti"; cerco di riportare le mie idee nella maniera più semplice possibile anche se mi rendo conto che il più delle volte non è l'Opera incomprensibile, ma l'Idea che c'è dietro."

Siamo dunque invitati a considerare un tutt'uno la ricerca espressiva di Roberto Scazzariello e i materiali tramite cui essa è condotta; a fondere il campo della semantica con quello della tecnica espressiva. A tale proposito ancora una volta sono illuminanti le parole dell'Artista stesso:       

"Utilizzo materiali poveri e organici per scaldare e dare vita all'Opera; il ferro arrugginito, il legno vecchio (secco) o bruciato, la pietra grezza, erosa, dimostrano la loro età, il tempo che passa e quindi la vita, la loro vita e la vita dell'Opera. Cerco di usare il meno possibile la plastica e i materiali affini perché sono materiali freddi, insipidi, privi di tempo, quindi di vita, quindi di Anima."

Scazzariello è condotto dall'urgenza di manifestare gli stati d'animo e di tensione psicologica sottesi al fluire del tempo, e sente per tanto la necessità di servirsi di materia "viva", materia deteriorabile, sensibile allo scorrere del tempo - originando peraltro un nuovo paradosso rispetto al proposito di eternare nelle opere i suoi stati d'animo.
Egli, che lavora anche per il piacere personale di ammirare la propria opera, non è tuttavia pago di un' opera finita, ultimata e in se conclusa: desidera poter osservare su di essa i segni lasciati dal tempo, l'evoluzione, i mutamenti e finanche il deterioramento; tant'è vero che nel suo ideale di esposizione il visitatore dovrebbe poter essere libero di interagire con l'opera, di commentarla, di modificarla addirittura, perché come un essere vivente l'opera non deve pretendere di rimanere inalterata e indenne al trascorrere del tempo: possiamo allora configurare questo nuovo paradosso nei termini di un'opera che, concepita per cristallizzare l'istante, è chiamata a sottostare essa stessa, proprio in quanto cristallizzazione, agli effetti del tempo. In altre parole, l'istante congelato è sottratto al proprio continuum cronologico ed immesso in quello del manufatto, nel quale proseguirà la propria evoluzione parallelamente alla serie di eventi cui è stato strappato.       

"... è lo spettatore che sulla base del suo sapere e del suo essere deve rielaborare gli spunti che io gli offro. Chi non trova niente nelle mie Opere non deve preoccuparsi: tratto solo argomenti a lui ignoti..." 

Alessio S. Frenda
Pavia, 9 Aprile 2000

Roberto Scazzariello

Direttore di Arteraku.it, ceramista scultore dal 1995, ha organizzato mostre e manifestazioni a livello internazionale; oggi collabora con diversi Musei di Arte Moderna e Contemporanea.