GIULIO CATELLI E ROMA

GIULIO CATELLI E ROMA  dal 04/03/2016 al 26/06/2016

Galleria Lombardi via di monte giordano Roma (RM)


GIULIO CATELLI E ROMA In catalogo testi di Fabrizio D’Amico, Guido Giuffrè, Antonio Mercadante.
Dal testo di Fabrizio D’Amico:
In quei quadri, di norma non grandi, è come se Catelli dichiarasse il suo bisogno d’uno
sguardo in tralice sulle cose; d’uno sguardo carico di dubbi, che le spogli d’ogni arroganza,
d’ogni superba certezza di sé, e che ridoni loro il talento di stupire con poco chi guarda.
[…]così che della figura del paesaggio non resti che una larva, o un fantasma, sfiorati forse
dall’ansia. Morandi, e in particolare l’ultimo Morandi, che aveva così profondamente
suggestionato alcune delle prove iniziali di Catelli […] che di lui deve anche ricordare
sovente il celebre avviso: “credo che nulla possa esserci di più astratto del mondo visibile”.
Dal testo di Guido Giuffrè:
Il 'vero' per Catelli è anzitutto la natura, nel senso proprio del paesaggio: e paesaggista, tout
court, egli sarebbe stato detto in altro tempo, prima che le carte della pittura si
rimescolassero come tutti sanno. Ma la cosiddetta verisimiglianza non appartiene in alcun
modo al giudizio estetico, troppa parte dell'arte (non soltanto contemporanea) ne verrebbe
inaccettabilmente amputata. Giulio Catelli a tutta evidenza muove dalla natura, e a tutta
evidenza l'ama, vi s'immerge, si direbbe quasi che vi si identifichi: certo essa è per lui il
mezzo necessario per la sua - così vitale - parola pittorica. Anche l'antica colonna, i ruderi di
un tempio, le pietre di un muro da cui trasuda il muto respiro dei secoli, tutto ciò è natura:
non meno - seppure intriso di umori diversi, e diversamente ma non meno pregnanti -
dell'albero, della piana, della collina […] Già il primo sguardo alla scultura raffigurata in più
di una tela da Catelli accantona l’apparente sommarietà esecutiva e si nutre della reale
poetica libertà, del muto sguardo che si leva dalla figura, dal suo stare assisa nell’eternità
dell’arte piuttosto che sul marmoreo supporto.
Dal testo di Antonio Mercadante:
I Fori, la fontana di piazzetta Mattei e quella sotto l’Aracoeli in notturna, l’Acquedotto
Alessandrino, la torre dei Santi Quattro Coronati, l’interno di Santa Maria della Vittoria, la
statua assisa oltre il cancello di Villa Albani, due scorci di fiume dall’Isola Tiberina e dal
Santo Spirito, due ‘capricci’.
Niente di omogeneo o progettato, solo passeggiate romane ricostruibili passo dopo passo sui
titoli delle tele; i percorsi di un pittore che cerca con gli occhi il suo motivo di composizione
e di luce, se ne lascia sedurre, cerca di capirlo, ne affronta la ricostruzione nei termini
pittorici di luce, di ombra, di spazio, di valori cromatici. A chi crede ancora, invischiato
nelle paludi teoriche del secondo novecento, che la materia vada sempre ‘problematizzata’
prima di poterla dipingere, questo sembrerà poco. E di fronte ad una resistenza ideologica
c’è poco da dire […]Queste tele esistono, sono di fronte a noi che le guardiamo, ed esiste
come un dato oggettivo la volontà testarda di Catelli nel realizzarle. Dobbiamo farci i conti.
E non sono immagini fra le immagini, sono pittura, alla ricerca del senso intrinseco a questo
linguaggio originario, al di là dei soggetti, delle preferenze astratte o concrete con cui il
pittore si misura.[…]
Scheda tecnica
Titolo: Giulio Catelli & Roma
Artista: Giulio Catelli
Curatore: Lorenzo Lombardi
Testi in catalogo: Fabrizio D’Amico, Guido Giuffrè, Antonio Mercadante
Data Apertura: 4 Marzo 2016
Data Chiusura: 26 Marzo 2016
Inaugurazione: Venerdì 4 Marzo, ore 18
Sede: Galleria Lombardi, Roma


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